Nicola Mennichelli
(Seven) memos for the next millennium

Nel 2012 Pietro Citati ha scritto di Calvino: 'non era un io: ma una serie sterminata di figure e di personaggi, che gli assomigliavano almeno in parte'. Figura o personaggio che sia, di fatto, entrata oltre che nel canone scolastico europeo anche nell'immaginario di molti docenti universitari. Università per la quale lui stesso diceva: 'dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d'un libro dice di più del libro in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario.'
Ma agli occhi di uno scolaro pre e post maturità, me compreso, quel 'libro', il suo, è stata e continua ad essere una lente d'ingrandimento sulla realtà, un modo inedito e originale di guardare alle cose. E l'elemento 'fuoco' che Montaigne faceva intendere negli Essais. Perchè? Perchè 'non c’è antologia o manuale scolastico in cui non sia presente un estratto da questo libro' e/o da questo autore, 'per gli studenti italiani, la letteratura italiana del Novecento finisce con Calvino, e Calvino finisce con le Lezioni americane.'

La Harvard University è ed era solita ospitare personalità da più parti del mondo per incontri, conferenze e dibattiti. Italo Calvino fu il primo scrittore italiano.
Il 6 giugno 1984 fu ufficialmente invitato dall’Università americana a Cambridge, a tenere le prestigiose Charles Eliot Poetry Lectures, un corpus di sei 'letture' da tenersi durante l’anno accademico. Calvino non partecipò. E lungi da me fornire qui un'ulteriore recensione (trita e ritrita) o sunto del libro e dell'autore. Proverò piuttosto a riflettere sulle sue lezioni come vie da esplorare, 'solo per la pura necessità che abbiamo di aggiungere cose al di fuori di esse'.
L'uso strategico della letteratura come mezzo specifico di comunicazione e di ricerca anche introspettiva, funge da mappa con la quale cerca, dichiaratamente di conservare intatta la fiducia nel futuro, in un momento in cui, il regno dell’umano' gli sembrava 'condannato alla pesantezza'. Un regno fatto di velocità, tecnologia e dati. 'Tecnologia', secondo lo storico Harari '"che prenderà slancio nei prossimi dieci anni e metterà l’umanità di fronte alle più grandi difficoltà che abbia mai incontrato.”
Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità e Molteplicità diventano così il mazzo di chiavi, i valori, la parola, anzi le parole d'ordine per accedere al terzo millennio.

Lightness
'Proverò a spiegare perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto'. Io, proverò a spiegarmi e basta.
In un continuo zigzagare va pescando qua e la esempi di opere del passato in cui riconosce il suo ideale di leggerezza e assegna ad esso valori. La leggerezza si associa con la precisione e la determinazione, la frivolezza, la consistenza, la stabilità, la gravità - che contiene il segreto principe di leggerezza - il peso e lo spessore, la concretezza, i corpi e le sensazioni.
Non è la serietà che caratterizza la forza del pensiero, ma la capacità di togliere, eliminare e selezionare dalla struttura di ogni racconto. Verrebbe da credere alla leggerezza come tema conduttore ed elemento di equilibrio tra vita professionale e vita privata, oggi, cioè il Work-Life-Balance, volto ad acquisire uno stile di vita e di lavoro secondo le proprie esigenze e i propri ritmi. Si lavora sempre e comunque, ma ci si deve convincere che i propri ideali di vita e lavoro coincidano, a favore di un ambiente sano.
Esemplifica la leggerezza su, almeno, tre accezioni diverse: un alleggerimento del linguaggio - e della lingua (ma l'italiano esiste ancora?), la narrazione di un ragionamento, oggi accellerato e reso astratto dai mesi bui di confinamento o di un processo psicologico e 'un'immagine figurale di leggerezza che assuma un valore emblematico'. Harari, nelle sue 21 lezioni si domanda 'come si vive in un’epoca di disorientamento, quando le vecchie narrazioni sono andate in frantumi e nessuna nuova narrazione è ancora emersa per sostituirla?'
Come la malinconia è la tristezza diventata leggera, o tenuta nascosta, 'così lo humour è il comico che ha preso la pesantezza corporea' e messo 'in dubbio l’io e il mondo e tutta le rete di relazioni che li costituiscono'. In questo vi è tutta la visione di Calvino. La stessa i ui oggi navighiamo. La totale mancanza o perdita di fiducia nelle istituzioni pubbliche a favore dell'empatia, del successo e dell'intrattenimento, di tutte le forme dell'arte e della creatività.
'Così', dice, 'ci affacceremo al nuovo millennio, senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi'. 'Continuate a lavorare su questa dicotomia, leggeri come mercurio e attenti come Vulcano.'

Quickness
Le ragioni per cui la storia riportata dell'imperatore Carlo Magno - caricato di una forza speciale - può affascinarci sono molteplici.
A tenere insieme questa serie di eventi c’è l’amore e passione tra i personaggi.
Qui lavora sul tempo, sul ritmo e sulle attese. Questo è quanto di meglio possa succedere nell'atto di leggere o ascoltare o tenere a sé un lettore. Una rapidità che è ritmo, la ricerca della parola giusta o delle 'parole da non dire' per citare la Merini, la concatenazione massima degli eventi, che possono raccontare un’esperienza che in qualche modo ci aiuti e ci catturi.
Nella 'leggerezza' accennavamo l'importanza della struttura economica del racconto. Qui Calvino ribadisce che il racconto è ‘un’operazione sulla durata, un incantesimo che agisce
sullo scorrere del tempo, contraendolo o dilatandolo'. Allo stesso tempo, parafrasandolo, ‘il piacere infantile di ascoltare storie sta anche nell’attesa di ciò che si ripete’: situazioni, frasi, formule. Non a caso, il suo curiosare dei folktales e fairytales è nato proprio per interesse stilistico e strutturale, perché tengono conto solo dell’essenziale.
'Il senso di disorientamento e di catastrofe incombente è acuito dalla velocità con cui le tecnologie stanno stravolgendo il mondo conosciuto.' Nella citata novella di Boccaccio, il cavallo indica l’emblema della velocità anche mentale, preannunciando tutta la problematica propria del nostro orizzonte tecnologico. Seppur la metafora del cavallo per la velocità della mente è di proprietà di Galileo Galilei - il non farsi carico della retorica ma sfruttare le correnti - viene facile pensare all'accostamento e la sintesi vincente che Baricco in The Game,
fa in relazione al rapporto e al passaggio tra uomo-spada-cavallo a uomo-tastiera-schermo.
E' indubbio che la nostra evoluzione ci stia portando ad un distaccamento tra mente e corpo, tra materiale e immateriale, tra analogico e digitale. La sola cosa davvero 'in dubbio' è se quest'assunto di velocità non ci stia facendo perdere la sostanza delle cose.
Proprio in un’epoca in cui 'media velocissimi e di estesissimo raggio trionfano, rischiando d’appiattire ogni comunicazione in una crosta uniforme e omogenea, la funzione della letteratura è la comunicazione tra ciò che è diverso, in quanto è diverso, non ottundendone bensì esaltandone la differenza, secondo la vocazione propria del linguaggio
scritto'. ‘Nella vita pratica il tempo è una ricchezza di cui siamo avari, in letteratura, il tempo è una ricchezza di cui disporre con agio e distacco'.

Exactitude
Calvino constata una carenza di fondo di fronte ai suoi giorni.
Se il linguaggio viene sempre usato in modo inappropriato e approssimativo, la ‘letteratura' al contrario 'è la Terra Promessa in cui il linguaggio diventa quello che veramente dovrebbe essere’. ‘Alle volte mi sembra' dice 'che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza cioè l’uso della parola, che si manifesta come perdita di forza conoscitiva’. Pensandoci, quest'ultimo convincimento sembra fatto quasi apposta.
Quel che a lui interessa sono ‘le possibilità di salute' legate al linguaggio, perché ‘la letteratura può creare anticorpi'. 'Viviamo sotto una pioggia costante di immagini, i più potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di specchi. [...] Ma forse l’inconsistenza non è delle immagini o nel linguaggio soltanto: è nel mondo’.
Che ci sia un certo grado di miseria e disonestà anche intellettuale reale, oggi più di ieri, è evidente. Paolo Ercolani, filosofo e docente, sul Fatto Quotidiano scrive 'lo stallo sul clima, sulla disoccupazione, sulle politiche per i giovani e in generale sui diritti economico-sociali che stanno subendo una pesante regressione, sono a testimoniare l’inadeguatezza diffusa di tutta la classe dirigente del nostro paese'. Quella stessa mancanza di educazione dei mass media su cui fonda l'intolleranza Umberto Eco, intesa come 'la nostra naturale e biologica reazione al diverso'.
Forse perché si è persa la geometria, il registro e il linguaggio madre rassicurante, onesto e più vicino ai cittadini. O forse perché vero e falso sono nozioni superate.
Seppur in continuo movimento Calvino auspica prima ad una forma chiara di regole, ma una forma che sia anche disposta a continuare a parlare al futuro. Il focus è lavorare su ciò che il linguaggio ci offre, specie ora che si vive nell'oblio dell'essere.

Visibility
Con la citazione dantesca 'Piove dentro la fantasia', c'è in Calvino un chiaro omaggio alla fantasia come regno di ispirazione e ricchezza umana 'che nessuna potrà riuscirà
a mettere in atto', se non attraverso la scrittura. Ancora una volta. ‘Il passaggio della parola all’immaginazione visiva, come via per raggiungere la conoscenza dei significati profondi’.
'Si tratta di processi che anche se non partono dal cielo, esorbitano dalle nostre intenzioni e dal nostro controllo'.
'Oggi siamo bombardati da una tale quantità d’immagini da non sapere più distinguere l’esperienza diretta da ciò che abbiamo visto per pochi secondi alla televisione’. [...] ‘Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere la facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di pensare per immagini’.
Il numero di fattori influenti, da tenere in considerazione oggi, persino nelle decisioni più semplici, supera di gran lunga la nostra immaginazione. I software di calcolo delle tabelle sono tra gli strumenti di management più efficaci. Fogli e e matrici rappresentarono sin dalla loro introduzione nuovi strumenti per vedere, che offrivano all'imprenditore un modo per osservare la realtà da un'angolazione diversa.
Per K. Kelly, l'azione di 'visualizzare' ha sostituito quella del 'leggere', tanto che i percorsi delle nostre vite si riempiranno di schermi e nei prossimi anni “ci sembrerà strano guardare uno schermo senza che qualche parte del nostro corpo risponda ai contenuti… la visualizzazione ci sprona a creare velocemente degli schemi, ad associare un’idea a un’altra'.
Perché questa lezione è importante? Perché ci ricorda che l'immaginazione non rappresenta la realtà, ma semplicemente ci avvicina a essa. In futuro dovremo convincerci di più attraverso immagini ed emozioni che non argomentazioni.

Multiplicity
Qui parte da un’assunto, che 'la letteratura è tale solo se si pone gli obiettivi al di là di ogni ipotetica o auspicabile realizzazione'.
Ci è voluto un pò ma abbiamo imparato che di top-down non ne serve molto, la cruda ignoranza della mente alveare è l’ingrediente grezzo che i designer intelligenti devono metabolizzare, la direzione e la competenza sono come le vitamine. E' l'Holos, il mondo planetario che immagina K. Kelly nell' 'Inevitabile' in cui include l’intelligenza collettiva di tutti gli esseri umani sommata al comportamento collettivo di tutte le macchine, più la natura più ogni comportamento.
Innovare non significa semplicemente realizzare qualcosa di completamente nuovo, ma anche combinare l'esistente in altro modo, inventando così qualcosa che prima non c'era.
E questo ci porta all’idea che ogni vita sia un enciclopedia ci dice Calvino, piena di sollecitazioni, è importante, saper tracciare una linea che le colleghi. Se esiste una molteplicità per Calvino allo stesso temo esistono delle regole, delle strutture. Niente di fisso e tutto in movimento.
Una cosa è certa: il nostro mondo diventa sempre più complicato. Bianco e nero, bene e male, giusto e sbagliato.. Queste scelte dicotomiche sono ormai state sostituite da concetti
più complessi, che nessuno riesce a capire con facilità. A un ritmo sempre più intenso, e per di più con una complessità sempre maggiore, quanto sappiamo veramente si fa sempre più esiguo. La parte a cui dobbiamo semplicemente credere, senza capirne la spiegazione, si fa sempre più ampia. In tal modo chi spiega assume un significato maggiore della sua spiegazione.
Quando nel 1986, Eduard de Bono propose i suoi 'sei cappelli per pensare', i critici sprezzanti pensavano che si trattasse solo di una boutade. De Bono voleva assegnare temporaneamente ai membri di un gruppo di lavoro un modo di vedere monodimensionale, cioè 'un cappello per pensare'. Oggi questa tecnica è apprezzata e solo in minima parte contestata, mentre i 'sei ruoli di De Bono vengono utilizzati come tecnica per gestire un team o una riunione, migliorare la comunicazione e fornire un accesso tra il serio e il giocoso al tema in discussione.
Coerenza (solo progettata)

Humanity
Ceci n'est pas une leçon.
È iniziata l’epoca del leader gentile. Così Forbes, si e ci proietta in là nel tempo.
Dalla gestione del tempo al saper comunicare in maniera efficace, dal feedback come processo più delicato, alla critica costruttiva.
Si basa innanzitutto sulla consapevolezza che l'uomo ha di sé e degli altri. I modelli tradizionali e sociali imposti, spesso propongono un legame superficiale, fungendo da
giustificazione di compiti svolti e decisioni già prese che non da imparziali valutazioni.
Il leader gentile, il docente, il padre, il mentore motivano, invitano a dare il meglio, passano la parola, sono veri e propri coach, punti di riferimento con a cuore le opinioni di tutti.
Comunica in maniera efficace e chiara. Gestisce e organizza il suo tempo nel tuo tempo di vita, senza strane formule combinatorie. Motiva ispirando positività ma soprattutto fiducia ed empatia. Che usino la gentilezza come asset fondamentale per avere successo dentro e fuori nonché alimentare relazioni durature.
Termino con un precetto tratto dal Talmud.
Badate alle vostre idee, saranno le vostre parole. Badate alle vostre parole, saranno le vostre azioni. Badate alle vostre azioni, si tramuteranno nel vostro carattere. Badate al vostro carattere, sarà il vostro destino.